Nuovi Santi: Santo Porfirio ed i suoi insegnamenti.

Malinconia, Tristezza ed Ansia

La Chiesa:  partecipazione e rigetto della tristezza, del peccato e dell’ansia

È cruciale entrare nella Chiesa – unirsi al nostro prossimo nella gioia e nel dolore, sentire gli altri come parte di noi, pregare per tutti, preoccuparsi per la loro salvezza, dimenticare il proprio ego, fare tutto per gli altri ad imitazione di Cristo che ha fatto tutto per noi.

Nella Chiesa dovremmo essere uno con ogni dispiacere, dolore e peccato dei singoli membri. Nessuno dovrebbe ricercare soltanto la salvezza individuale, ma raggiungere la dimensione di quella comunitaria. Dovremmo possedere quella dimensione d’amore comunitario che ci spinge alla preghiera per la salvezza di tutti i fedeli. Questo è ciò che conta ed è con questo desiderio che si dovrebbe lasciare il mondo per il monastero o per il deserto.

Nella Chiesa, che possiede i misteri che conducono alla Salvezza, non esiste la disperazione. Possiamo essere peccatori sino all’estremo, ma abbiamo la certezza che nel pentimento e nella confessione, grazie alla preghiera recitata dal sacerdote su di noi, i peccati ci sono rimessi e possiamo tornare sulla strada dell’immortalità senza ansia e senz’alcun timore.

Chiunque viva in Cristo, si unisce a Lui e diviene uno con la Sua Chiesa: vive qualcosa di folle! Questa vita è diversa da quella umana: è gioia, contentezza, elevazione.

La vita nella Chiesa, secondo i Santi Vangeli e nel Regno di Dio è proprio questa: “Il regno di Dio è dentro di  voi” (Luca 17:21), Cristo è in noi, lo accogliamo e siamo in Lui. Allo stesso modo in cui un pezzo di metallo nella fornace diviene fuoco e luce e quando viene posto fuori dal forno torna ad essere duro ed oscuro metallo, così siamo noi.

Coloro che si scagliano contro la Chiesa per gli errori dei suoi rappresentanti, con il supposto intento di correggerli, sono in grave errore: non amano infatti la Chiesa e nemmeno Cristo, siatene certi.

Noi amiamo la Chiesa, quando nella preghiera ne abbracciamo ogni sua parte e facciamo allo stesso modo in cui fece Cristo.

Noi sacrifichiamo noi stessi, restiamo attenti, facciamo di tutto,  proprio come Lui, Colui che “oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta”(1 Pietro 2,23)

 

La Chiesa:  i fondamenti dei Sacramenti

Dobbiamo fare attenzione ai fondamentali della Chiesa, ai sacramenti ed in particolare dobbiamo vivere il mistero della Santa Comunione.

La Santa Ortodossia si trova proprio in questi sacramenti, Cristo si offre alla Chiesa tutta nei Santi Misteri ed in particolare nella Santa Eucarestia.

Per troppi, purtroppo, la religione è lotta, agonia ed ansia; questo porta a considerare le  “persone religiose” come infelici e derelitte, proprio a causa di questo stato di cose. In verità per chi non riesce a comprendere la profondità della religione e a viverla, questa diviene una sorta di grave malattia. Si perde il controllo delle proprie azioni, che cosa terribile, si perde la forza di volontà e si diviene impotenti, in aggiunta tutto diviene agonia e stress  ed alla fine ci comportiamo secondo gli spiriti demoniaci (ovvero dall’energia demoniaca).

La persona compie le prostrazioni, si segna con la croce, esclama la propria umiltà, piange, ma tutto questo è satanico. Per queste persone la religione diviene un vero e proprio inferno. In chiesa queste persone eseguono tutti i rituali, proclamano il proprio essere peccatori senza valore, ma non appena escono dall’edificio ecclesiastico tornano a bestemmiare ed iniziano a pronunciare blasfemie contro tutto quello che è santo non appena qualcosa li turba o li infastidisce.  È chiara la presenza demoniaca in tutto questo.

La religione Cristiana, in realtà,  guarisce e trasforma ogni credente.

Il prerequisito più importante per ognuno di noi al fine di percepire la verità risiede nell’umiltà. L’egoismo annebbia la mente, la confonde, al ottunde e conduce all’eresia.

È essenziale comprendere la verità, un bisogno universale.  Tutte le persone così obnubilate si disperdono in vari gruppi eretici – figli confusi di genitori confusi.

Nulla: penitenze, prostrazioni o segni della Croce,  attira la grazia.

Esistono molti segreti, ma il più importante è andare all’essenziale, ovvero fare tutto secondo l’amore.

L’amore per Cristo:  i suoi effetti

Quando non vivi in Cristo, vivi nella melanconia, nella tristezza, nello stress e nella morte; non vivi correttamente. Il non vivere correttamente a lungo andare fa comparire anche numerosi problemi fisici: il sistema endocrino, il fegato, la milza, il pancreas e lo stomaco alla fine ne sono affetti.

Ci è stato detto che per mantenerci in salute abbiamo bisogno di mangiare latte la mattina, un uovo, burro ed un paio di fette biscottate, ma se vivi correttamente e nell’amore di Cristo e per Cristo allora ti bastano una mela ed un’arancia. Tutto si risana, tutto torna a funzionare correttamente. L’amore di Dio trasforma ogni cosa : modifica, santifica, corregge, ripristina e riforma tutto in noi.

L’amore per Cristo è diverso da qualsiasi altra cosa: non termina, non è mai abbastanza, trasmette la vita, non solo ci rinforza, ma ci garantisce anche salute e  molto altro per quelli che desiderano innamorarsi.

L’amore umano, al contrario,  si può usurare, ci può condurre alla pazzia. Quando amiamo Cristo tutto il resto passa in secondo piano. Tutti gli altri amori hanno, infatti,  un punto di saturazione, un limite invalicabile. L’amore per Cristo non soffre dei limiti dell’amore umano. L’amore carnale si satura, si consuma e degenera nella gelosia, nell’insoddisfazione ed a volte anche nell’omicidio, può inoltre trasformarsi in odio. L’amore per Cristo, al contrario, non si deteriora. L’amore umano si mantiene per poco tempo e poi inizia a svanire, l’amore divino invece cresce e si approfondisce sempre. Ogni   forma di amore, con la sola eccezione di quello divino, può condurre una persona alla disperazione. 

L’amore per Dio, al contrario,  ci innalza verso il Suo regno, ci fornisce serenità, gioia, ci completa realmente. Tutti i piaceri carnali stancano, ma quello divino no, del piacere derivante dall’amore divino non ne abbiamo mai abbastanza, è il sommo bene ed il più grande dei tesori.

Quando sei nell’amore comunitario con Cristo allora realizzi che nonostante le tue debolezze, che ci sono e di cui prendi coscienza, hai vinto la morte, che è il limite dell’umanità.

Abbiamo bisogno di sentire Cristo come un amico, Egli stesso ci conferma questa amicizia quando dice: “Voi siete miei amici..”(Giov. 15:14). Dobbiamo riconoscerlo come nostro amico ed a Lui avvicinarci come ci si avvicina ad un amico.

 Sbagliamo? Cadiamo nel peccato? Dobbiamo tornare a Lui con quei sentimenti di confidenza e amore che abbiamo verso un familiare, non nella paura della punizione, ma nel coraggio che ci deriva da questa relazione di amicizia. Dovremmo dire: “Signore, l’ho fatto, sono caduto, perdonami”. Allo stesso tempo dobbiamo sentire il Suo amore, la Sua comprensione e gentilezza: ci accetta e ci perdona nonostante tutte le nostre limitazioni. 

Non dobbiamo lasciarci separare da Cristo per via del peccato. Quando siamo nella certezza del mutuo amore con Cristo, il peccato non ci può separare da Lui, anche se cadiamo nella tentazione. Abbiamo il Suo amore ed indipendentemente da quello che commettiamo, questo resta inalterato.

L’amore per Cristo:  la dimensione del peccato

Il Santo Vangelo chiaramente specifica la fine dei peccatori: il luogo di fiamme in cui si ode il digrignare dei denti, ovvero il luogo in cui si è lontani da Dio.

I Santi Padri della Chiesa ci parlano molto spesso dell’inferno e del timore della morte, dicendo: “il pensiero della morte deve sempre essere presente nella nostra mente”. Se esaminiamo attentamente queste parole, esse servono a creare il timore dell’inferno, che è il mezzo per evitare di cadere nel peccato.   La paura del peccato, dell’inferno e della morte ha un suo spazio ed un suo tempo nel percorso di vita spirituale: è utile all’inizio del cammino. Questa paura fornisce i limiti per coloro che ancora coabitano con il vecchio io: l’io del mondo. Il neofita, non avendo ancora pienamente compreso e non essendosi sviluppato, si mantiene nella virtù attraverso la paura del peccato.

Tutto ciò  è necessario sin quando si resta legati, appesantiti e vincolati al mondo materiale, ma questo è solo il livello iniziale della relazione con Dio. Lo possiamo considerare come una transazione in cui possiamo vincere il Paradiso o sfuggire all’inferno.  Se analizziamo questa paura è chiaro che si tratta di una mentalità basata sull’ego e sull’interesse personale, un approccio che a me non piace.

Quando l’uomo però continua nel sviluppare la propria relazione con Dio e a vivere in comunione nel Suo amore, allora ci chiediamo a cosa serva questa paura?

Ogni cosa non viene più fatta a partire dalla paura, ma tutto inizia e finisce nell’amore.  Divenire e mantenersi virtuosi solo sulla base della paura non ha molto valore.

L’amore per Cristo:  i passi per diventare cristiano

Chiunque voglia diventare cristiano deve diventare prima poeta. Se l’anima infatti soccombe e diviene indegna dell’amore di Cristo, allora Cristo stesso rompe la relazione con noi, perché non vuole anime che non siano elevate al Suo fianco. Fate in modo che nessuno vi veda, che nessuno veda i vostri atti di devozione verso il divino. Fate ogni cosa in privato, in maniera segreta, proprio come fanno gli asceti.

Ricordi quello che ti ho detto a proposito dell’usignolo?  Cinguetta nel bosco. In mezzo al silenzio, come se qualcuno potesse ascoltarlo ed esclamare: ”Che bel canto!”. Hai visto come si gonfia la sua laringe? Ecco cosa succede a chi si innamora di Cristo. Se amano sono assorti e la loro lingua non smette mai di cantare, allo stesso modo noi andiamo in una caverna od in una valle e viviamo Dio in segreto: ”bramiamo Dio singhiozzando in silenzio”-

Abbandona le passioni, non ti occupare del male e del diavolo. Rivolgi tutto te stesso a Cristo.

La grazia di Dio ci insegna i nostri doveri e per attrarLa abbiamo bisogno di bramarLa e di amarLa.

L’amore è condizione necessaria e sufficiente per disporci alla giusta preghiera.  Cristo stesso riverserà la grazia nei nostri cuori, a condizione che trovi in noi le condizioni che a Lui piacciono: una retta intenzione, l’umiltà e l’amore. Senza queste precondizioni non possiamo dire: “ O Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!”.

Attenzione però che anche la minima critica o maldicenza nei confronti del nostro prossimo incide negativamente sulla predisposizione della nostra anima ed alla fine compromette la capacità di pregare. Quando l’anima viene inquinata, lo Spirito Santo non osa avvicinarsi.

Abbiamo sempre bisogno di chiedere a Dio che la Sua volontà sia fatta:  questa è la condizione più fruttuosa  per noi e per quelli per cui preghiamo.  Cristo ci fornirà tutto il necessario. Attenzione però che se compare anche il minimo egoismo, allora tutto viene compromesso e non accade nulla.

Quando Dio non esaudisce le preghiere che ripetutamente facciamo, non disperiamo, Dio ha i suoi segreti. 

Se non sei obbediente al tuo padre spirituale e non sei umile, la preghiera ( O Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me) non sortirà alcun effetto ed in aggiunta esiste il rischio di cadere nella delusione.  A tale proposito, mi raccomando di non far diventare la preghiera una routine, noiosa e ripetitiva. Considerarla come un lavoro genera una pressione interna che può anche essere dannosa: molti si sono ammalati perché hanno considerato la preghiera come un dovere e si sono costretti a pregare. Certamente puoi continuare a recitare la preghiera, ma non diviene nulla di sano. 

Non è obbligatorio dire la preghiera quando sei nell’amore di Dio, non devi sforzarti in questa condizione. Ovunque: a tavola, a lavoro, a scuola, in macchina puoi sempre recitare la preghiera: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!”, ma in maniera spontanea, dolce, gentile senza alcuna pressione o costrizione.

Quello che è importante nella preghiera non è la durata o la ripetizione, ma l’intensità con cui questa viene recitata. Prega anche solo per 5 minuti ma fallo con tutto il tuo essere, con tutta la tua piena dedizione, ponendo tutto il tuo cuore ed il tuo amore.  Alcuni possono pregare per tutta la notte, eppure questi cinque minuti di preghiera sono superiori ad una notte di recitazione meccanica. È un mistero eppure è così.

L’amore per Cristo:  l’uomo che appartiene a Cristo

Colui che pienamente appartiene a Cristo riesce a trasformare tutto in preghiera: persino il dolore e le difficoltà si mutano in orazione. Ogni cosa che accade spinge il credente in Cristo a rivolgersi  a Lui:” O Signore Gesù Cristo…”.

 La preghiera nobilita e trasforma tutto in benefici, anche le cose più piccole. 

Per esempio, se soffri di insonnia, non pensare a dormire, ma alzati, esci, torna nella tua camera rimettiti a letto come avevi fatto la prima volta e concentrati dicendo la doxologia e poi tre volte recita la preghiera:” O Signore Gesù Cristo, …” in tal modo riuscirai a dormire di nuovo. 

Tutto dentro di noi cerca il compimento: dagli istinti al resto.  Se non portiamo a termine questo compimento allora questo tutto dentro di noi prova a prendere la sua rivincita, a meno che non indirizziamo questo tutto verso l’alto, verso Dio. 

Non si diventa santi cacciando il male. Dimentica il male. Cerca solo Cristo e Lui ti salverà. Invece di metterti davanti alla porta per cacciare il nemico, ignoralo. Il male segue questa strada? Tu cambia strada. Se il male prova ad attaccarti, tu dedicati con tutte le tue forze a Cristo. Invoca con tutto il cuore:” O Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me”. Egli ti conosce, vede la tua situazione ed ha pietà di te.

Quando sarai   ripieno del bene allora non potrai rivolgerti verso il male, sarai nel bene a causa della Grazie di Dio. Come potrà allora il demonio trovare posto in te? Non potrà e semplicemente sarà costretto a sparire.

Se una fobia o un dolore/delusione ti attanagliano il cuore, cosa fare? Rivolgiti a Cristo; amalo in semplicità, con umiltà, senza chiedere nulla e Lui ti libererà da tutto.

Non scegliere la via negativa per correggerti. Non devi aver paura del demonio, dell’inferno o di altro. Loro creano una reazione. Anche io ho una piccola esperienza di questo. Il punto non è sedere, costringersi o castigarsi per diventare migliori. Il punto è vivere, studiare e pregare per avanzare nell’amore di Cristo , nell’amore della Chiesa.

Lascia, così,  tutte le tue debolezze ed in questo modo lo spirito che si oppone a Dio (il diavolo) non si accorgerà di queste e non ti perseguiterà con il dolore e la frustrazione. 

Non compiere delle forzature per liberartene, ma cerca sempre la via della gentilezza e della semplicità, rigettando ogni ansia o costrizione.

 Non dirti mai:” Da adesso mi sforzerò di essere migliore, di pregare per ottenere l’amore, di sforzarmi di essere buono, ecc.” Non va bene sforzarsi di essere buoni, così facendo reagirai di più.  Tutto deve accadere nella massima libertà, in modo delicato. Neanche dovresti pregare:” Dio liberami da questo”, per esempio,  dalla rabbia o dalla tristezza. Non va bene pensare ad una particolare passione o pregare per essa. Qualcosa avviene nella nostra anima e restiamo ancora più legati a quella passione di cui ci vorremmo liberare.   Più cercheremo di liberarcene e più ne saremo aggrovigliati, sino al punto di non poter fare più nulla.

Non possiamo vincere ed ottenere la libertà se siamo internamente confusi e non ci liberiamo internamente delle passioni.

Questa è la nostra Chiesa, la nostra gioia, questo è tutto per noi; questo è anche quello che l’uomo moderno cerca  e di cui ha bisogno.

L’amore per Cristo:  la condizione dell’uomo moderno

L’uomo moderno cerca la gioia e la libertà, per farlo fa di tutto anche prendere medicine e droghe che li regalano solo la pallida illusione della gioia, un qualcosa di falso e di momentaneo. Queste false panacee, lo  distruggono, lo piegano, lo divorano, mentre l’altra via, quella di Cristo, lo vivifica, lo riempie di vera gioia, gli regala la vera forza e lo rende magnifico.

L’abilità di santificare la propria anima è una grande arte, una grande facoltà. Si può divenire santi ovunque. Anche in Omonia (la piazza principale di Atene) ci si può santificare, se lo si vuole. Puoi divenire santo al lavoro, non importa quale lavoro sia – nella calma, nella pazienza e nell’amore. Fai in modo che ogni giorno sia un nuovo inizio, riempi tutto di entusiasmo, di amore, di preghiera e di silenzio – non lasciare che il cuore si appesantisca e che lo stress abbia la meglio su di te.

Lavora in maniera attenta, semplice, con gentilezza, senza ansia, con gioia, volentieri e di buon umore: allora la grazia di Dio arriverà.

Tutte le cose che restano ed appesantiscono il tuo cuore possono allora diventare occasione di lode a Dio e di Sua adorazione. Abbi fede in Dio.

Non c’è alcuna ragione di sforzarsi e di consumarsi, tutti i nostri sforzi dovrebbero essere diretti a fissare lo sguardo sulla luce, ad ottenere la luce. In questo modo possiamo trasformare il dolore ed il dispiacere che non sono dello Spirito di Dio e possiamo tornare a pregare Dio.

Il dolore, la disperazione, il dispiacere sono tutti segni che non abbiamo dato la nostra vita a Cristo.

Quando la comunicazione con Cristo è semplice, diretta, senza costrizioni allora il diavolo deve andarsene.

Satana non si allontana attraverso uno sforzo volontario.

Satana si allontana quando vede la calma e la preghiera. Si allontana quando vede che l’anima con semplicità ed amore si volge a Cristo ignorandolo: essendo arrogante non sopporta il disprezzo e l’essere ignorato. Lo spirito del male, però, si accorge di quando ti sforzi di ignorarlo ed allora combatte con te. Non ti occupare del male e non chiedere nemmeno che questo se ne vada. Più chiedi di liberartene e più ti intrappolerà. Ignora il diavolo. Non combatterlo direttamente. Quando ti accanisci contro il male, questo contrattacca come farebbe una tigre o un gatto selvatico. Quando gli spari con un fucile, risponde con una granata. Quando lo colpisci con una bomba risponde con un missile. Non guardare il diavolo, ma fissa lo sguardo in Dio ed abbandonati alle Sue amorevoli braccia e prosegui con la tua vita.

L’amore per Cristo:  l’umile

L’umile è cosciente del suo stato interno, non importa quanto sia brutto, non perde la propria personalità. Non perde il proprio equilibrio. L’opposto accade per l’egoista o quello che ha sentimenti di inferiorità. Quest’ultimo a principio sembra umile, ma se viene tentato anche solo un poco perde il suo equilibrio e si arrabbia.

Quando una persona vive senza Dio, senza pace, senza fiducia, in ansia, depressione e senza speranza, allora sviluppa tutta una serie di malattie fisiche e psichiche. Malattie psichiche, neurologiche ed il disaccordo sono tutti sintomi di stati demoniaci.  È demoniaco anche parlare come se si fosse umili, si tratta di pensieri di inferiorità.

La vera umiltà non parla, non si manifesta, non pretende di essere umile, cioè di dire:” Sono un peccatore, non valgo nulla, il minore di tutti…”. Una persona umile ha il terrore di divenire vanaglorioso. La grazia di Dio non si avvicina ai vanagloriosi, ma al contrario questa si manifesta dove c’è vera umiltà, dove c’è piena fiducia in Dio, dove c’è vera dipendenza da Dio.

Il vanaglorioso si aliena la vita eterna. Alla fine l’egoismo si manifesta per quello che veramente è: una totale follia! La vanagloria ci rende schiavi, degli strumenti. Quando ci impegniamo a mostrare le nostre qualità alla fine rimaniamo completamente vuoti. Ogni nostra azione deve essere finalizzata al compiacimento di Dio, senza valorizzazione dell’ego, senza vanagloria, senza orgoglio, senza, senza….

La nostra anima non si deve ribellare e dire:” Perché Dio fa questo? Perché non fa le cose in quest’altro modo? Non avrebbe potuto farle diversamente?” Tutto questo indica una reazione ed un cuore piccolo ed immaturo. Mostriamo in questo modo quale alta opinione abbiamo di noi stessi, quanto grande sia il nostro ego ed il nostro orgoglio. Questi “perché” torturano una persona e creano quello che le persone chiamano “complessi”. Per esempio, “perché dovrei essere  così alto?” od al contrario “perché sono cosi basso?”, queste domande rimangono all’interno di una persona. Allora la persona inizia a pregare per ottenere che venga esaudito il desidero, ma si ottiene il risultato opposto. La sofferenza, una sofferenza indicibile emerge nella persona, ma tutto questo compare quando ci si unisce a Cristo, la grazia di Dio risana questa sofferenza. Qualcosa all’interno rimane, ma la grazia di Dio tutto ricopre, ed anche se alla radice vi è qualcosa di complesso sboccia su questo un roseto splendido irrigato da fede, pazienza, amore ed umiltà; il male in aggiunta cessa di avere la sua influenza ed alla fine non scompare ma appassisce. Meno annaffiamo il roseto con la fede, con la pazienza, l’amore e l’umiltà più questo si secca  e tende ad appassire lasciando apparire quelle spine, quella complicazione che era inizialmente alla radice dei complessi.

La Confessione e la tentazione

Tentiamo Dio quando Gli chiediamo qualcosa, così facendo allontaniamo la nostra vita da Lui e dalla Sua grazia. Tentiamo Dio quando Gli chiediamo qualcosa e noi compiamo la Sua volontà, cioè  quando chiediamo qualcosa che è contrario ai desideri di Dio: viviamo nello stress e nell’ansia e Lo supplichiamo.

Il tuo padre spirituale potrebbe dirti:” Quanto mi sarebbe piaciuto essere in un posto tranquillo, libero da tutti gli affari ed ascoltare la tua vita sin dall’inizio, sin da quando hai iniziato ad avere consapevolezza; tutto quello che ricordi e come hai affrontato le varie situazioni, non solo le cose negative, ma anche quelle positive; non solo i peccati ma anche le cose buone. Tutto quello che ti è successo”

Personalmente ho applicato questo tipo di confessione generale molte volte e ho visto miracoli accadere.  Quando parli al confessore, allora la grazia di Dio viene e ti abbraccia per sollevarti da tutti i problemi  e da tutte le ordalie psicologiche, dai traumi, dai peccati, perché stai parlando al tuo confessore liberamente sinceramente pregando per la tua liberazione.

Non torniamo a quei peccati che abbiamo confessato, abbiamo le cicatrici del peccato, ma avendo chiesto il perdono tutto è finito. Dio perdona tutto nella confessione. Credo di essere un peccatore. Non sono sul  percorso corretto, ma in ogni caso prego e mi reco dal padre spirituale. Mi confesso, e chiudo con quell’errore. Non rimuginiamo e parliamo di quello di cui non dovremmo e che non avremmo dovuto fare. Quello che è importante è quanto facciamo da adesso in avanti.

Disperazione e delusione sono tremende trappole poste da Satana per allontanarci dalle cose spirituali e farci perdere nel male del pessimismo. Quasi tutte le malattie derivano dalla mancanza di fiducia in Dio e questo genera stress. Lo stress è causato dall’abolizione dei sentimenti religiosi. Se non provi amore per Cristo, se non ti occupi delle cose divine, quasi certamente finirai nelle braccia del male e della disperazione.

Qualcosa che può aiutare una persona depressa  è un lavoro, una occupazione, un interesse per la vita. Il giardino, le piante, gli alberi, la campagna, una passeggiata all’aria aperta, una scalata, tutto questo può scuotere una persona dall’accidia e dalla depressione e creare degli interessi. Queste attività funzionano come delle medicine.  Tenersi occupati con le arti, la musica, ecc. è sicuramente di grande giovamento. In realtà aggiungo il grande valore della Chiesa, delle Liturgie  e delle Sacre Scritture, attraverso queste si guarisce senza esserne coscienti.

Conclusione: tornare all’amore verso Dio

 Non perdiamo allora la speranza, non andiamo di fretta, non giudichiamo in accordo a quanto è superficiale o appare a prima vista. Se per esempio vedessi una donna nuda o vestita in maniera discinta,  non ti fermare alle apparenze, ma cerca di capirne l’anima. Potrebbe essere un’anima buona sottoposta ad una pressione esistenziale, che manifesta attraverso dei comportamenti estremi. Ha una forza interiore, la forza della proiezione/esibizione e vuole che tutti la guardino. Nella sua ignoranza, comunque,  ha perso la via pervertendo le cose. Immagina cosa potrebbe accadere se incontrasse Cristo, se dedicasse a Lui tutte queste energie, potrebbe diventare una santa.

Spesso attraverso le nostre ansie e le nostre paure ed uno stato spirituale impoverito, senza sapere o volere, possiamo ferire le persone anche se le amiamo moltissimo, come una madre ed un figlio. Una madre può trasmettere al proprio figlio tutto il suo stress per quanto riguarda la sua vita, i suoi progressi, anche senza parlarne direttamente o senza mostrarglielo esplicitamente. Quest’amore, quest’amore naturale può ferirlo ad un certo punto. Questo, tuttavia, non accade con l’amore di Dio, che è connesso alle preghiera ed alla santità della propria vita.

Quest’amore santifica e dona la pace alla persona perché Dio è amore.

Traduzione: Βασίλειος Μαρκέζε impantokratoros.gr

 


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